L'allarme per il rischio usura è stato lanciato dal segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi, che ha mostrato preoccupazione soprattutto per il Mezzogiorno. Preoccupanti infatti i numeri che riguardano gli interessi anatocistici e la crisi delle banche: tra il 2011 e il 2013 i soldi che dalle banche andavano alle famiglie e alle imprese sono diminuiti di 97,2 miliardi. Un dato dovuto alle “sofferenze bancarie”, come ha avuto modo di spiegare Giuseppe Bortolussi.
Usura: nel mirino soprattutto le regioni del sud
Altri dati sono ancor più preoccupanti, ovvero i livelli di usura nelle regioni del sud Italia. Analizzando fattori come la disoccupazione, il fallimento di aziende, le denunce ecc., si è arrivato a stabilire il rischio di usura in queste regioni. Purtroppo l'indice non è dei più incoraggianti e quello dell'usura è un fenomeno destinato a salire ancora.Non è possibile dare una dimensione precisa del fenomeno, in quanto molti non denunciano, per questo per stabilire quanto grande sia il rischio è risultato necessario incrociare i dati di otto indicatori. L'indicatore del rischio è circa 100, ma nelle regioni del Sud, dove la disoccupazione cresce aumenta anche il rischio di finire nelle mani di un usuraio. Ecco qualche dato al sud.
in Campania l’indice del rischio è 164,3 ( è significativo che questo dato rappresenta +64,3% rispetto alla media nazionale);
in Calabria a 146,6 (+46,6% rispetto alla media nazionale);
in Abruzzo a 144,6 (+44,6% rispetto alla media nazionale);
in Puglia a 139,4 (+39,4% rispetto alla media nazionale);
in Sicilia a 136,2 (+36,2% rispetto alla media nazionale).
Le regioni meno a rischio sono: il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto.